Barzelletta sul “cab”

Questa vignetta di Bill Abbott è molto carina perché gioca sul doppio significato della parola “cab”. Infatti, “cab” è il taxi nell’inglese americano, ma è anche l’abbreviazione di Cabernet. Quindi la signora voleva una bottiglia di questo vino pregiato, invece il cameriere ha capito erroneamente che voleva un taxi.

Com’è facile intuire, in questo caso la traduzione in qualsiasi altra lingua è pressoché impossibile: se da un lato Cabernet è conosciuto in tutto il mondo, la parola “cab” appartiene solo alla lingua inglese, per cui il gioco di parole non funziona nelle altre lingue. Inoltre c’è ancora una volta il codice visivo, l’immagine, che non permette di allontanarci dal contesto originale. Pertanto il traduttore rimane vincolato a questo contesto e deve per forza trovare una soluzione partendo dall’immagine.

Forse si potrebbe optare per la seguente soluzione, seppur non ugualmente brillante come la frase originale: “Volevo un vino a farmi compagnia, non un tassista ubriaco”. Così si mantiene il riferimento al vino, anche se si dà per scontato — ingiustamente peraltro — che i tassisti siano sempre ubriachi (però il tassista della vignetta sembra proprio che lo sia, considerando il suo aspetto!). In più, purtroppo questa soluzione ha un altro difetto: non si capisce bene perché il cameriere avrebbe chiamato un taxi …

A voi la libertà di proporre una possibile soluzione …

Ahimè, a volte il lavoro del traduttore è un vero e proprio rompicapo !

Barzelletta sul sesso

– Dai, Apostolis, dimmi cos’è il sesso!

– Ti ho già detto che quando pronuncerai
la esse correttamente, ti dirò cos’è il sesso!

– Perché ti sei fissato sulla esse? Ci sono
tante altre lettere!… Allora, ti pronuncerò
un’altra lettera correttamente
e tu mi dirai cos’è il sesso!… Va bene?…

Fotti!

– O hai un istinto tremendo
o ci prendi tutti in giro!

Il vignettista greco Arkàs ha creato una serie il cui protagonista è un bambino che ha difficoltà a pronunciare la lettera S. Già qui si presenta una piccola difficoltà: nella versione originale la S viene sostituita con la lettera greca Θ, una lettera che nell’alfabeto italiano non esiste. Tuttavia, si potrebbe facilmente ricorrere alla sostituzione della R con la L, un fatto che gli italiani sono soliti ad attribuire ai parlanti cinesi. In questo modo avrebbe luogo la strategia di sostituzione: laddove nella traduzione si perde un elemento, lo si ritrova da un’altra parte.

Ben più problematica è la traduzione della parola evidenziata in grassetto. Questa è la parola chiave che scatena la risata del lettore. “Γάμα” è sì il nome della lettera greca Γ (gamma), ma vuol dire anche “fotti”. Se si decide di includere questo secondo significato, si perderebbe l’allusione alla lettera greca e, di conseguenza, la corrispondenza con l’alfabeto. Se si decide di mettere una qualsiasi altra lettera, invece, il danno sarebbe molto più grosso perché si eliminerebbero completamente la battuta e il senso stesso della barzelletta. Pertanto questo è un caso in cui il traduttore si trova di fronte a un bivio: scegliere quale delle due informazioni trasmettere, sebbene l’effetto scatenante della risata venga comunque compromesso.

Introduzione

L’umorismo è uno dei campi più complessi della traduzione. Pensate ai giochi di parole, i cosiddetti puns, o a elementi culturospecifici (cioè propri di una lingua e di una cultura). Entrambi sono molto difficili da trasmettere in un’altra lingua e per questo ci sono varie strategie per tradurli, a seconda dei casi.

Proprio per dimostrare queste difficoltà ho un account Instagram (@zanessis_traduzioni) dove pubblico la mia versione tradotta in italiano di diverse barzellette. Tuttavia, ci sono barzellette che non possono essere tradotte perché durante la trasposizione in italiano si perdono degli elementi importanti col risultato di annullare l’effetto comico. Quindi in questo spazio voglio illustrare alcuni dei casi in cui ciò avviene per capire più concretamente da dove possono derivare le difficoltà traduttive.