– La mia vita è un inferno.
Non cambia mai niente.
– Beh, una volta questo pesco
era in una fossa.
– Lo era?
– Sì! Ha avuto solo bisogno
del tempo per crescere.
Questa vignetta di Guy Kopsombut offre uno spunto di riflessione interessante. Quando nella lingua di partenza c’è una parola con un doppio significato, è molto difficile che anche in un’altra lingua ci sia una parola con lo stesso doppio significato.
Nel caso specifico, il significato principale della parola “pit” è “buca” o “fossa”. Tuttavia, questa parola si usa anche nell’espressione colloquiale “it’s the pits”, che si traduce con “è un inferno” poiché allude a una situazione spiacevole o addirittura intollerabile. Questi, infatti, sono i traducenti che ho scelto. Peccato però che nella lingua di arrivo si perda la derivazione dei significati dalla stessa parola. Di conseguenza, nella versione tradotta manca quel collegamento semantico nel dialogo grazie all’uso della stessa parola. Dunque in casi come questo il traduttore è obbligato a rendere i significati originali, sebbene non riesca a dimostrare che è la stessa parola che funge da collegamento con il senso dell’intera vignetta.