– Caro, indovina
la sorpresa
che ti ha portato
la bambina
dalle vacanze.
– Mmm…
Dei bomboloni ripieni?
Questa è la seconda volta che utilizzo una vignetta dell’argentino Fernando Rocchia per il mio blog. Stavolta illustrerò non solo altre due specificità dello spagnolo latinoamericano, ma anche come si può tradurre un prodotto culinario.
In primo luogo, concentriamoci sulla parola “viejo“, che letteralmente significa “vecchio”. Ne avevo già parlato in un mio precedente articolo dove dissi che può significare “amico”, ma qui è l’occasione per aggiungerne un altro significato. In effetti, può essere usato per richiamare l’attenzione di qualcuno: nella vignetta, la donna lo usa per rivolgersi al marito. Quindi, dal momento che i protagonisti sono due coniugi, ho scelto di tradurlo con “caro”. Morale della favola: prestate sempre molta attenzione alla traduzione delle parole, poiché può essere fuorviante, non solo a seconda del contesto, ma anche del Paese in cui ci si trova.
In secondo luogo, “nena” è un termine, diciamo quasi universale nel mondo ispanofono, per riferirsi in maniera affettuosa e colloquiale a una persona giovane e cara. Per questo l’ho tradotto con “bambina”, termine che gli italiani usano per parlare di una famigliare, sia essa una figlia o una nipote (anche quando questa è già adulta).
Ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, è costituito dagli alfajores. Questi sono dolcetti composti da due biscotti uniti da un ripieno dolce (in genere dulce de leche, una crema dolce a base di latte e zucchero). Siccome sono tipici del Sudamerica, risulta difficile tradurli in un’altra lingua. Tuttavia, in Italia ci sono i bomboloni o i bignè alla crema, che sono molto simili agli alfajores, se non come sapore, almeno per la caratteristica di essere dolcetti ripieni di crema. Prima di scegliere come tradurre questa parola, bisogna inoltre tenere in considerazione l’immagine della figlia in dolce attesa. Ovviamente il papà non ha ancora visto che è tornata incinta, ma è chiaro che gli alfajores alludono alle rotondità della figlia e alla protuberanza della sua pancia. Di conseguenza, ritengo che i bomboloni ripieni siano un ottimo equivalente per veicolare queste caratteristiche della donna incinta.